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Ciao a tutti!

Quest’estate, come avrete notato,  abbiamo fatto una piccola pausa… ma non vuol dire che il Melograno si sia fermato, tutt’altro!! La pausa è stata diciamo a livello di recensioni e divulgazione tramite questo sito, mentre il lavoro “sul campo” è continuato con molto entusiasmo.

Ad inizio estate ci siamo avventurati nuovamente nelle nostre amate montagne, in alta Valle Stura. Superando Vinadio e Sambuco approdiamo estasiati a Pietraporzio. Pietraporzio (in occitano Peiropùorch) nasce e si sviluppa a 1246 m.s.l.m. . Attualmente risiedono tutto l’anno 95 abitanti ma nel tempo la popolazione pietraporziese è cresciuta fino a circa 900 abitanti (1871) per poi subire un decremento demografico graduale (nel secondo dopoguerra già non risiedevano più di 300 persone). Come tutte le aree montane ha risentito di una forte emigrazione, le cui cause (che non stiamo a citare) non sono altro che lo specchio dei tempi “moderni” (forse meglio dire odierni. Moderno dovrebbe essere sinonimo di migliore, ma non ne siamo più così tanto sicuri). Dunque Pietraporzio. Incastonata tra superbe e ruvide montagne non teme le stagioni temporali nè il rigido freddo invernale. E qualcuno qui ha deciso temerariamente di creare e sviluppare la propria attività lavorativa, oltre che di viverci.

pietraporzio

Da anni ,vendendo tra le altre cose saponi artigianali, mi chiedevo se fosse impossibile creare un sapone senza impiegare coloranti (seppur naturali) senza mai trovare risposta, molto banalmente perchè il mercato non offriva questo genere di prodotto. Infatti l’impossibilità di reperire questi manufatti non è legata ad una difficoltà nella lavorazione ma semplicemente alla richiesta del mercato stesso. Il mercato (cioè noi), fino ad oggi, non aveva queste esigenze ed accortezze.  Da sempre siamo indottrinati ad associare un colore ad alcuni suppellettili, oggetti o pietanze. Pensiamo ai rinfrescanti e gustosi ghiaccioli estivi per esempio. Il gusto “arancia” è arancione come il pericarpo del frutto dell’arancio  ma l’olio essenziale (ammesso che ci sia o.e. nel ghiacciolo e non un aroma alimentare) è giallo paglierino. Oppure il classico ghiacciolo alla menta, ovviamente verde come le  foglie di menta dovrebbe essere quasi trasparente visto il colore del suo o.e..

Diciamo che negli anni, oltre a migliorare il gusto fine a se stesso (per quanto concerne generi alimentari), si è cercato di ampliarne le sensazioni di piacere abbinando al sapore la vista ed ovviamente l’olfatto. Tutti parametri che completano e convergono all’analisi sensoriale. Se non respiriamo mentre mangiamo non sentiamo gusto e se oltre a respirare possiamo vedere..!! Ricordiamo che il sapore inizia a generarsi a priori per ricordo di pietanze già gustate o per immaginazione culinaria.

Parlando di saponi non è poi così differente. Vero è che non si possono mangiare, ma si possono vedere e odorare… e a volte ci verrebbe veramente da mangiarli!!

Siamo così approdati negli anni ad un massimo sviluppo in questa direzione, ma oggi sembra che qualcosa stia cambiando. Questa direzione sembra interessare meno. Le persone si stanno avvicinando sempre più al “NATURALE”. Questa parola evocativa che vuole rappresentare semplicità, genuinità, naturalezza di tutto ciò che ci circonda, degli oggetti che utilizziamo, degli alimenti che mangiamo, dell’ambiente in cui viviamo. La coscienza, nell’evoluzione, ci riporta alla naturalezza delle cose, all’essenza. Ci impegniamo così nel fare e proporre il più possibile “il naturale”, ed oggi la natura ci risponde con Rose e Caprioli – saponificio naturale di Pietraporzio

rose e caprioli

Io e il mio amico Maurizio improvvisiamo un’escursione appunto a Pietraporzio. Alla ricerca del saponificio naturale. Non prendiamo appuntamento coi titolari ed un giorno di fine primavera ci addentriamo a piedi all’interno del paese. Non notando subito il cartello del saponificio curiosiamo per le stradine interne e immaginiamo come potrebbe essere la vita qui, in mezzo alle montagne… Chissà che emozione! Chiediamo poi informazioni in una panetteria e la commessa con gentilezza ci indica dove si trova la nostra meta, ed eccoci qua. Bussiamo alla porta di “Rose e Caprioli“. Prima di entrare il nostro naso già viene rapito da profumi inebrianti misti all’odore di sapone. Ci guardiamo entusiasti e curiosi mentre l’uscio si apre e ci ritroviamo davanti un mondo di meraviglie: saponi grandi e piccoli, forti ed aromatici profumi e un mondo tutto da scoprire! In realtà la persona che ci accoglie non è uno dei titolari e così ci toccherà ritornare qualche mese più avanti per poterci confrontare con Paolo. Conosciamo così le tecniche di saponificazione marsigliese con vegetali e soda, e la nostra attenzione cade sulla linea di saponi naturali senza coloranti, fatti con stella alpina, latte di giumenta, calendula, lavanda, fragole di bosco, semi d’uva, ecc… .  Ci spiegano poi i ragazzi che le materie prime vegetali sono provenienti da raccolta spontanea o dall’azienda agricola annessa “ERYGIUM” , che prende il nome dal rarissimo fiore Erygium alpinum (Regina delle Alpi) .

Il resto lo lasciamo scoprire a voi curiosando nel sito ufficiale del saponificio!

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